Biografia

biografia

Vincenzo Maria Brunetti (in Arte Vincent) è un pittore, scultore e architetto italiano, noto anche con l’appellativo  “la Libellula del Sud“, nato a Guagnano, il 3 dicembre 1950.

Egli fu colpito in tenera età dal virus della poliomielite, i cui effetti devastanti, a seguito di due delicati interventi al piede sinistro lo stavano portando ad una quasi totale immobilità.

Cominciò comunque a dipingere e conseguì, con il massimo dei voti, il diploma alla Scuola d’arte di Lecce. Dopo essere stato a Torino, si trasferì a soli venticinque anni a Milano dove ricevette numerosi riconoscimenti ed entrò in contatto con elementi di spicco della scena artistica milanese come Francesco Messina (sotto la cui guida frequentò l’Accademia di Brera); Giacomo Manzù che lo seguì ed incoraggiò nel corso della sua attività; Arnaldo Pomodoro che lo accolse presso la sua Bottega. Sempre a Milano, egli collaborò con l’attrice Paola Borboni ed il poeta Bruno Villar alla realizzazione di numerose attività culturali e di diversi programmi televisivi.

Con il passare degli anni egli fu sempre più debilitato dalla malattia. Ma grazie alla geniale scoperta di Mariano Orrico, ideatore della “Lamina Bior” secondo il quale ogni genere di malattia può essere sconfitta con il principio dell’elettricità statica, Vincent riuscì a recuperare in pieno la sua vitalità e gioia di vivere, ed ad avviarsi ad un incredibile percorso di miglioramento e guarigione, che lo portò anche a sviluppare una forte spiritualità.

Negli anni 80, prese l’abito religioso e si mise a predicare, come un novello Francesco d’Assisi, la “Lieta Novella” del Vangelo, con il nome di “Fratel Enzo”. In questo periodo di vita contattò molte persone con le quali condivise la sua gioia di Fede.

Tornato, dopo alcuni anni, alla vita laica, si ritirò per un anno e mezzo in un trullo a Noci, sperimentando come un eremita la solitudine e la meditazione, per fortificare il proprio spirito ed il proprio corpo e per proseguire la Terapia del professor Orrico, grazie alla quale il suo male fu arrestato e progressivamente ridotto.

Nell’elasticità delle articolazioni rese forti e robuste da un’ormai ottimale circolazione sanguigna, e nella fortificazione della sua fede, Vincent trovò il totale riscatto dalla propria storica condizione di dolore e riprese il cammino dell’Arte.

Fece quindi ritorno nella propria città natale, dove nell’arco di poco più di un decennio, progettò e realizzò, tramite materiale di recupero, un’immensa abitazione, simile ad un Duomo sontuosamente decorato, dove oggi vive in solitudine (donde il nome Eremo di Vincent), realizzando ed allestendo in loco tutta la sua arte.

L’Eremo di Vincent, una casa-museo che svetta tra gli antichi ulivi, è un luogo di arte e di gioiosa accoglienza, che, in ragione della sua “extraterritorialità” rispetto alle lusinghe del mondo moderno, prende il nome  Vincent City (la Città di Vincenzo). Città di gioia e di bellezza, aperta quotidianamente ai visitatori che sempre più numerosi si recano ad ammirare le opere in esse esposte, o ad assistere in tempo reale alla loro creazione.

Durante la fase dell’ispirazione Vincent si produce, a favore del pubblico che assiste alle sue performances, in una gioiosa “danza” propiziatoria, nella quale esprime in pieno il bisogno di libertà e il desiderio di librarsi in volo, e di liberarsi dal peso della materia (da qui il soprannome di “libellula del sud”).

Un pensiero su “Biografia

  1. ho avuto il piacere di incontrare due volte il maestro é a dir poco una persona stupenda,continua cosi ti voliamo bene ciaooooooo da Giorgio di Torino

    "Mi piace"

Lascia un commento