Chi ha venduto al mondo la sua innocenza si è già condannato da solo

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Osservo le persone che varcano la soglia dell’eremo. Il cancello è aperto per accoglierli, la mia casa è la loro casa. Mi trovano lì, seduto davanti al mio cavalletto, immerso nei colori e nella musica. Non ci sono obblighi o formalità, possono accomodarsi e visitare liberamente, percorrere i corridoi, osservare le mie opere. I miei collaboratori li aiutano indicando loro la strada, illuminando le stanze per il loro cammino.

Possono scegliere di sedersi a cerchio intorno a me, ed osservarmi lavorare, vedere la tela che si riempie di pennellate multicolori, mentre un’immagine di pura bellezza prende gradualmente vita davanti a loro. Possono domandare ciò che desiderano, e sarà loro risposto. Oppure restare in silenzio e contemplare questo mondo diverso e remoto che si spalanca davanti a loro, lontano e ignaro della bruttezza e della cattiveria che alberga altrove.

Osservo i loro sguardi e mi rallegro. La loro iniziale curiosità d’improvviso si scioglie nella meraviglia; spalancano gli occhi e la bocca, sorridono, si sentono inebriati. Sono come bambini che scoprono finalmente un luogo incantato. Questo mi conforta. L’Arte è ancora in grado di risvegliare la loro innocenza, di parlare ai sentimenti che albergano riposti nei loro cuori. E’ per questo che li intrattengo. Parlo con loro. Gioco con loro. Il pennello vola sulla tela, ed io volo con lui.

Salto, danzo, leggero e inafferrabile, in un’esplosione di pura gioia, senza freni. Non temo il loro giudizio, non ho alcun timore di sorprenderli o di suscitare malevole ilarità. E’ solo gioia e bellezza, ed io sono leggero, provo il mio volo di libellula, immerso nel calore di un’energia pulita e positiva, quella stessa energia che ha sanato il mio corpo malato, e che mi ha preservato nelle sofferenze e nelle avversità: il frutto dell’amore.

Poveri coloro che non comprendono, sfortunati quelli che hanno paura di liberare il loro spirito nella bellezza. Vuol dire che hanno abbandonato il bambino che è in loro. Che hanno perso la loro innocenza, barattandola con le lusinghe di un mondo falso, corrotto e corruttore, che li ha impoveriti e inariditi. Hanno venduto al mondo la loro innocenza, si sono condannati da soli. Qui tutto è luce e colore. Mentre loro restano nel buio della loro grigia incomunicabilità.

“L’ARTE: l’ultima grande dimenticata”

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Il problema che io mi pongo e che vi pongo è questo: Come mai e perché molti grandi Artisti hanno, loro malgrado, dovuto attendere la morte per essere poi rivalutati, quando già le loro opere erano la prova regina della loro genialità in vita? Vi siete mai seriamente chiesti perché sia potuta accadere una cosa di questo genere?

Io me lo domando, perché il sottoscritto ha tristemente vissuto il problema in prima persona. Ne ha fatto le spese e ne ha pagato lo scotto sulla propria pelle. Ma grazie al Cielo la sorte benevola mi è venuta incontro e la musica per me è cambiata totalmente, e a mio favore. E siccome mi viene in mente un brano del Vangelo che recita: “Quello che vi ho detto in un orecchio gridatelo sui tetti“, mi pare più che giusto parlarne adesso.

Ora, tornando all’argomento del “perché dopo la morte?” voi potrete rispondermi “erano troppo avanti, troppo innovatori per essere capiti nel loro tempo. Ok, rispondo io. Ok, è vero, non dico di no. Ma il problema sussiste ed è ancora di grande attualità. Il vero problema è che c’è sempre di mezzo la Morte: vale a dire che tutto, stranamente, avviene quando all’artista la gloria non serve più. Che cosa triste, che destino amaro…

A conti fatti siamo tutti colpevoli: Si può uccidere in tanti modi, e questa mentalità forse non può uccidere il corpo, ma può uccidere lo spirito. C’è il quinto Comandamento che dice “non uccidere”. Eppure quanti boia ho incontrato nella mia vita a tale riguardo. Ma grazie a Dio sono riuscito a sopravvivere, e anche se ridotto a brandelli sto assaporando le gioie di una rinascita, con il vento alle spalle che sospinge la mia nave.

La verità è che siamo in una società che coltiva il culto della morte. Lo divulga, lo amplifica e addirittura lo innalza sull’altare della Cultura, mentre il Bello resta dietro, perché non fa notizia. Che idiozia. Quanti idioti dietro le pagine delle grande testate. Quante meschinità nascondono, facendo apparire per bello, interessante, da prendere anche a modello, ciò che invece è brutto. Ma poi si lamentano, accusano che le cose vanno male.

Ma di che vi lamentate quando siete voi per primi che bandite certe false verità? Almeno abbiate il coraggio di restare in silenzio, in riferimento al detto del Vangelo che dice: “Il vostro parlare sia sì sì e no no, che il resto viene dal Maligno“. E per darmene atto basta dare uno sguardo ai vari giornali, rotocalchi, televisioni e quant’altro…  vedete voi stessi che cosa ci viene dato in pasto per stimolare l’attenzione, l’ascolto, l’audience. Non vado oltre per non restarne inquinato.

Andiamo al dunque. Abbiamo fatto belle le vostre strade. Abbiamo abbellito le vostre piazze. Abbiamo decorato le vostre chiese. Abbiamo reso vive le pareti delle vostre case, trasformandole da sepolcreti in grandi musei, isole beate. E infatti vediamo che quando vengono messi in mostra dei grandi personaggi, siano essi politici o dello spettacolo, dietro alle loro spalle sono sempre presenti le immagini di un quadro, di una scultura. Ma sono immagini fantasma. Non si sa a chi appartengano, a meno che non siano autori di grido.

Ora io per questa ragione mi domando: è mai possibile che di questi fautori e promotori di bellezza nessuno ne parla, nessuno se ne interessa? E per quale motivo, io ancora mi domando e vi domando… Che cosa c’è che non va in loro? Qual è il perché di tutto questo? Ve lo dico io il perché: perché avete paura, per voi. Avete paura di essere smascherati. Ci sono troppi terreni interessi da coltivare e difendere, e non conviene a nessuno dare luce e visibilità a chi davvero fa cose belle e degne di nota. E così il giovane artista deve, suo malgrado, virare indietro con i remi della sua zattera e arrangiarsi come meglio può. Ed è proprio quello che è capitato al sottoscritto.

Per fortuna, mi ripeto, posso parlarne adesso. Ma siete poi proprio sicuri che noi artisti non abbiamo nulla da raccontare, da insegnare? Nulla che possa destare un interesse diverso da quello che può suscitare un articolo su un assassinio? Sulla guerra? Io credo che siate in errore. Un gravissimo errore, che ci ha portato tutti a quanto di più triste stiamo vivendo. Per fortuna che le notizie scabrose hanno le gambe corte e lasciano il tempo che trovano. La cose belle, purtroppo, forse non fanno rumore, ma una volta spiccato il volo le loro ali diventano sempre più grandiose e luminose. A vostro svantaggio, purtroppo. E ve ne accorgerete, perché ormai siamo lì, siamo al capolinea.

Io penso che sia meglio  prevenire anziché curare, e per far questo occorre voltare pagina, prima che sia troppo tardi. E lasciamo stare il detto del Vasari, il quale dice che “l’arte è degna solo degli alti intelletti”, altrimenti potrei pensare a cose che potrebbero offendere. Quando invece, e ne sono più che certo e convinto,  sarà proprio la bellezza offerta dagli artisti, che segnerà il nuovo e la salvezza del mondo, per tutti. E non sono solo io a dirlo, ma lo ha affermato un papa, Giovanni Paolo II.

Sì, è vero, la morte degli altri può incuriosire, può interessare; ma solo perchè non ci tocca in prima persona. E quindi, nell’attesa che venga quel giorno, quando sarà il nostro turno, non sarebbe più bello una volta per tutte smettere di pensare che con l’arte non si mangia, che l’arte non fa notizia, che gli artisti sono degli svitati? E se invece fosse il contrario?

Ma no, che dici Vincent… Non può essere. E invece, guarda un po’, io lo penso, e per davvero! E allora, senza offesa… tiriamo fuori le storie migliori di questi giovani artisti, che fanno belle le nostre vite. Non lasciamoli soli e ai margini della strada, al freddo e all’ingiuria. Rendiamo loro merito quando sono in vita, facendoli vivere decorosamente, come è giusto che sia. Godiamoceli mentre sono vivi, attivi, gagliardi, creativi in mezzo a noi.

E se proprio sono riuscito a raggiungervi, cominciate da qui, da questa casa. Non ho scritto queste cose per mia pubblicità personale, perché grazie a Dio non ne ho più bisogno. Un tempo forse sì, ma ora non più. Viva l’Arte, viva la Bellezza, viva la Libertà. Ma come io la intendo. Vincent.

“Quando c’è di mezzo l’amore occorre fare silenzio restando nascosti, e vivere come se non esistessimo”

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Vivo qui, nel mio eremo, isolato e nascosto dal mondo, a coltivare la gioia e la bellezza. Questo è AMORE. Restare in disparte, rifuggire dagli schiamazzi e dalle brutture dell’esistenza per poter ascoltare il rumore del silenzio, annusare gli odori della natura trasportati dal vento e assaporare la ricchezza della meditazione e della pace.

Ma non c’è solitudine qui. Vivo circondato da colori inebrianti, con la compagnia gioiosa delle forme magiche e miracolose della vera arte. Ogni pennellata sulla tela è una carezza dell’anima, un segno di tenerezza e di riconciliazione con il creato. Non sono mai solo. Centinaia di persone, giornalmente, raggiungono questo luogo magico, nascosto e riparato ma che allarga le braccia verso la solidarietà e la fratellanza. Vengono da lontano, si affacciano alla soglia di questa oasi attratti da una voce invisibile, da un richiamo inarrestabile che attraversa la terra circostante, riarsa dal sole e punteggiata da ulivi secolari, e che si fa strada nelle case e nei cuori degli uomini. Essi ascoltano questa voce interiore e vengono a cercare Vincent, a conoscere le sue parole e le sue opere. Non ci sono sbarre nè catene. La porta è sempre aperta. Siedo tra i miei giovani apprendisti, pronto ad accogliere ogni viandante con il sorriso e con i colori sfavillanti della mia casa e delle mie tele. Li vedo vagare con il naso all’insù, meravigliati dinanzi allo scrigno spalancato di tante bellezze, che si rivela inaspettato ai loro occhi increduli. Il mondo non mi conosce, non sotto le luci delle sue ribalte effimere, ma può incontrarmi nella semplicità della gioia e dell’accoglienza e della fede. Accolgo con un sorriso i miei nuovi amici. Parlo, scherzo, rido, ballo per loro, per dimostrare, come prova ed esempio vivente, come sia possibile guarire le malattie del corpo e dell’anima, solo affidandosi all’AMORE. Per fare questo ho rinunciato facile richiamo della fama e delle sue lusinghe. ed ho scelto di vivere nascosto, come se non esistessi. Quando c’è l’AMORE occorre fare silenzio…